The Strain - Vampiri e parassiti

[Tempo di lettura: 5']

The Strain è una trilogia di romanzi a firma di Guillermo Del Toro e Chuck Hogan, adattata anche in fumetti dall’editore Dark Horse e trasposta in serie tv da FW Productions (2014-2017, 4 stagioni). Questa opera presenta un rilettura dei classici miti vampireschi, e i succhiasangue in questione sono orribili mostri glabri, la cui bocca è trasformata in una lunga “lingua” attraverso la quale si nutrono. Insomma, non i classici e discreti canini o incisivi a cui la letteratura gotica ci ha abituato. La trasformazione in vampiro avviene a seguito del “morso” di un vampiro, ma è mediata da un vettore. Il vettore in questione, al netto dei riferimenti biblici agli angeli caduti che visitarono Sodoma e Gomorra nell’opera dei due autori, è un “verme”. Questo verme a sua volta pare veicola un fluido lucente che trasforma gli umani negli strigoi, per dirla come uno dei protagonisti. Questi vermi compongono la vera essenza del vampiro primigeno antagonista nella storia, e vivono nella terra contaminata della sua bara, che giunge a Manhattan grazie a un volo commerciale (una reminiscenza delle navi della peste e del viaggio di Dracula dai Balcani all’Inghilterra nell’opera di Stoker).


I vettori citati mi ricordano moltissimo i Nematoda, un Phylum di animali invertebrati che, come gli insetti, fa parte del raggruppamento sistematico noto come Ecdysozoa. Questo raggruppamento ha una caratteristica particolare, e a cui deve il suo nome: per accrescersi, “cambiano pelle” almeno una volta durante il loro arco vitale. Insomma, si accrescono attraverso mute. Gli insetti fanno la stessa cosa per passare dagli stadi giovanili a quelli adulti, e tutti gli artropodi si sono in qualche modo evoluti dai Nematodea (che racchiude Nematoda + Nematomorpha). I nematodi hanno da milioni di anni rapporti simbiotici non commensali con svariati altri gruppi del regno dei viventi (piante, vertebrati, invertebrati). A volte questo rapporto è soltanto foretico (ossia questi animali usano un altro animale come “mezzo di trasporto”), altre volte invece è di tipo parasitico (facoltativo o obbligato). In questo ultimo caso, riscontriamo diverse specie che alterano il comportamento dei loro ospiti. Questi parassiti hanno spesso una fase acquatica nel proprio ciclo vitale, e una volta maturi, spingono ad esempio l’insetto infettato verso l’acqua o punti estremamenti umidi, dove usciranno dal corpo dell’ospite e inizieranno la fase “libera” del proprio ciclo vitale.


(Stadio giovanile di Myrmeconema neotropicum)

Un esempio molto affascinante di infezione e trasformazione fisica dell’ospite da parte di un nematode, lo troviamo nella specie Myrmeconema neotropicum, parassita delle formiche Cephalotes atratus. Questo nematode ha un complesso ciclo vitale. Esso infetta le formiche quando sono ancora allo stadio larvale, e l’infezione avviene sfruttando le formiche operaie e le meccaniche di cura della prole loro tipiche. Le operaie infatti raccolgono cibo ricco di azoto necessario per la prole, e questo cibo spesso è composto da escrementi di uccello. In questi escrementi, se l’uccello era stato infettato da Myrmeconema neotropicum, sono presenti gli stadi giovanili/embrionali del nematode in questione. Le larve si nutrono di questi stadi giovanili, che passano quindi nell’apparato digerente della larva, e lì rimangono per tutto il ciclo vitale della formica. Da questa larva parassitata si svilupperò un “morto che cammina”, ovvero una formica con l’addome totalmente infestato da nematodi. L’addome infestato avrà la particolarità di essere diverso da quello delle formiche sorelle, al punto da assomigliare ad una grossa bacca rossa. Il perché di questo incredibile adattamento evolutivo è semplice: gli uccelli sono attirati dalle grosse bacche rosse, mangeranno la formica convinti di mangiare un frutto, e da questo inganno il nematode otterrà il primo ospite del suo ciclo vitale. L’uccello verrà infettato, libererà escrementi pieni di embrioni del parassita, e questi escrementi verranno raccolti dalle formiche e portati nel nido, facendo ricominciare il ciclo vitale del nematode. Due diversi ospiti, uno primario ed uno secondario, per un parassita che risulta indirettamente letale solo per uno dei due, la formica appunto.


(Esemplare di Cephalotes atratus)


(Esemplare di C. atratus infettato da M. neotropicum)

Esattamente come in The Strain il vampirsimo è veicolato dai verme, ma non ne è la vera causa, allo stesso modo capita in natura con alcuni nematodi. Molte specie infatti non sono letali per l’insetto in quanto parassiti, ma lo sono a causa dei batteri con cui vivono in simbiosi, e che infettano l’ospite portandolo alla morte per setticemia in 24-48h.

Un altro affascinante esempio di come un universo narrativa fantastico e orrorifico possa trovare correlazione nel mondo reale e naturale. Considerato l’amore che Del Toro nutre per gli insetti, a cui ha dedicato un film (Mimic) e che compaiono in una forma o nell’altra in molte sue altre opere, non mi stupirei se l’ispirazione diretta per i suoi vampiri siano stati appunto i nematodi.

 

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Commenti

  1. Gli fanno venire l'addome rosso così sembrano delle bacche e gli uccelli se li mangiano... L'ingegnosità della natura è spesso sorprendente, al punto che si fa fatica a credere che si tratti di evoluzione e non ci sia dietro un'intelligenza (in questo caso, malevola).

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  2. I nematodi sono tra le mie "bestiacce" preferite 💜 non conoscevo la questione della mutazione dell'addome, fantastico. Grazie, come sempre:)

    Benedetta

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